Richard Tuschman: Hopper Meditations

Richard Tuschman - Hopper Meditation

Ormai avrete capito che il mio amore per Hopper è praticamente infinito. Tra i vari giri e immersioni nell’internet avevo scovato i lavori di Richard Tuschman, di professione fotografo, che lo celebra con una serie di scatti chiamati appunto Hopper Meditation.

Non potevo non parlarne, anche se sono colpevolmente in ritardo sulla questione; prendetevi il tempo di osservare la ricostruzione perfetta degli ambienti e delle atmosfere hopperiane, quel sentimento di alienazione urbana, la solitudine, la malinconia, qui perfettamente riprodotte grazie a un minuzioso lavoro di scenografie e messa in posa.

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Vivian Maier in mostra al Museo di Roma in Trastevere

vivianmaier

Un intervento lampo per segnalarvi questa esposizione su Vivian Maier che sarà visitabile al Museo di Roma in Trastevere dal 17 marzo al 18 giugno 2017.

Nell’esposizione potrete trovare 120 fotografie in bianco e nero realizzate dall’artista tra gli anni Cinquanta e Sessanta, oltre ad altre a colori scattate durante gli anni Settanta e alcuni filmati in super 8; una testimonianza preziosa del suo particolarissimo modo di lavorare e di approcciarsi ai soggetti da ritrarre.

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Harold Feinstein e l’amore per Coney Island

HaroldFeinstein

In oltre 60 anni di attività, Harold Feinstein, ha contribuito a costruire la leggenda di Coney Island – che certamente è uno dei luoghi più iconici di New York – come la conosciamo e amiamo oggi.

Le sue foto si inseriscono in pieno nella corrente della Street Photography e, scena dopo scena, hanno ripreso e catturato la spontaneità di quel meltin pot che era e continua a essere il quartiere, fermando per sempre nel tempo divertimento e sorrisi.

Coney Island è, è sempre stata e sarà per sempre, la mia Isola del Tesoro – Harold Feinstein

Feinstein nasce nel 1931 a Brooklyn e più o meno dai 15 anni comincia a scattare fotografie: soggetto d’elezione è questo suo luogo del cuore, frequentato a lungo sin da bambino, iniziando con un semplice scatto fatto ad alcuni ragazzi che gli chiedono una fotografia.

Non smetterà più di farlo, immortalando la spensieratezza, l’amore, l’amicizia e le spiagge; al centro di tutto i frequentatori, abituali e non, di Coney Island: un misto incredibile di razze e ceti sociali, tutti accomunati dal desiderio di divertirsi e la gioia trasmessa, chiaramente percepibile nei lavori del fotografo.

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Gli scatti pazienti di Josef Hoflehner

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Tempo fa, mi sono imbattuta in questo articolo del Post che parlava di un progetto fotografico, dell’isola caraibica di Sint Maarten e di un fatto particolare che succede solo lì: se si va a prendere il sole in spiaggia può capitare che ci passi un jet pochissimi metri sopra la testa.

Questo perchè la spiaggia di Maho Beach è situata vicinissimo all’aeroporto internazionale Princess Juliana e quindi, trovarsi a che fare con il rombo di un aereo è cosa frequentissima.

Il progetto fotografico in questione era Jet Airliner di Josef Hoflenher.

Hoflenher, lavorando assieme al figlio, si è recato più volte sull’isola scattando foto ai turisti sorvolati dagli aerei, in una serie di scatti in bianco e nero che documenta questo particolare fenomeno e che alla fine è stata anche raccolta in un libro: Jet Airliner: The Complete Works .

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Il destino beffardo di Vivian Maier

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Il destino è una cosa buffa e molto spesso beffarda e il ritrovamento degli straordinari negativi di Vivian Maier ne è un esempio lampante.

Mi domando spesso quanto delle decisioni che prendiamo nella nostra vita si rifletta poi sulle vite degli altri, con quello che si può definire un effetto domino: John Maloof, per esempio, è stato pedina fondamentale nello scoprire il capolavoro che sono le fotografie di Vivian.

Maloof, figlio di un rigattiere, voleva solo fare una ricerca approfondita sulla storia della città di Chicago, ma finisce per trovare un tesoro: una scatola piena di negativi, recuperata tra mille cianfrusaglie, riposte in un box espropriato comprato all’asta. Incuriosito, fa stampare i negativi e giustamente ne rimane folgorato: sono il frutto di una vita di scatti fotografici, un vero e proprio patrimonio artistico che diventa un fenomeno social virale, dopo che Maloof stesso decide di pubblicare gli scatti su Flickr.

Vivian Maier è stata una tata e una governante per tutta la vita, lavorando per tante famiglie americane e occupandosi felicemente dei loro bambini; solo che nel tempo libero se ne andava a zonzo per le strade di Chicago e a volte di New York e scattava fotografie.

Fermava sul negativo la vita che la circondava, immortalando bambini, operai, emarginati o semplici passanti e valorizzando vicoli, negozi e scorci cittadini con un talento incredibile.

Dei suoi lavori però, non si sa praticamente niente fino al 2007, anno in cui Maloof rinviene i negativi.

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Bob Willoughby, Hollywood e Chet Baker

Comincia tutto da Chet Baker. Come si finisce da Chet Baker a parlare di Bob Willoughby è presto detto: Willoughby lo ha fotografato tante volte e con ritratti di tale intensità, cogliendolo talmente tanto in profondità, che in qualche modo i suoi scatti hanno delineato nella mia mente e nel mio cuore l’immagine del musicista tanto quanto la sua musica.

Negli anni ho imparato ad amare questo fotografo, che ci ha narrato il dietro le quinte del mondo del cinema e non solo; una presenza discreta nascosta dietro la fotocamera.

Willoughby, classe 1927, è stato il fotografo di Hollywood, del glamour e dei backstage.

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Maria Svarbova, il rosso e una certa ossessione per le piscine

Maria Svarbova è una fotografa slovacca che ha catturato la mia attenzione già da qualche tempo con i suoi lavori peculiari e lo stile immediatamente riconoscibile, che fa largo uso di toni pastello uniti a lampi di colore acceso e dominante – usando molto spesso il rosso.

Altro grande riferimento –  essenziale direi – delle fotografie di Maria, sono le composizioni geometriche e la plasticità dei soggetti coinvolti negli scatti, che ama ritrarre in pose quasi robotiche.

Si vede inoltre chiaramente, come queste figure snaturate siano sempre inserite in contesti asettici, a testimoniare una scelta di minimalismo che è alla base dei suoi lavori, dove sembra sempre che il tempo si sia fermato.

Difficile infatti ricostruire un contesto limitandosi a guardare i singoli scatti.

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Give Me Yesterday – Osservatorio Fondazione Prada

Nell’economia dell’identità culturale di una città, specie di una città iconica come Milano, certi luoghi si fanno spontaneamente avanti, a volte anche con una certa prepotenza.

Continuando con un’altra ovvietà, parlando di Milano, probabilmente una delle prime immagini che potrebbe venire alla mente – dopo quella del Duomo – è quella della Galleria Vittorio Emanuele, con la sua cupola e la sua imperiosa struttura che si stagliano davanti la piazza.

Lo scorso dicembre, la Fondazione Prada, ha scelto di aprire proprio all’interno della Galleria uno spazio espositivo – Osservatorio – dedicato alla fotografia e ai linguaggi visivi.

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Lo spazio – frutto di un importante restauro – ha una superficie di 800 mq, sviluppati su due livelli, e si trova in uno degli edifici centrali della Galleria.

Qui, la Fondazione ha scelto di inaugurare, il 21 dicembre 2016, la mostra fotografica Give Me Yesterday.

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Fruit Exhibition – Art Publishing Fair

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Torna anche quest’anno a Bologna, con l’edizione 2017, Fruit Exhibition – Art Publishing Fair – e io sono drammaticamente in ritardo nel suggerirvela. È presto detto: l’edizione 2017 iniziata oggi terminerà questa domenica; non potevo non scrivere due righe a riguardo.

Fruit riunisce l’editoria e la grafica contemporanea con market, conferenze sul self publishing, mostre, workshop, proiezioni e performance. Da quest’anno saranno presenti anche nuove sezioni: Game Design, Fruit Disco – dedicata alle pubblicazioni con contenuti sonori – e Fruitography, con mostre, talks e workshop inerenti la fotografia.

Sul sito ufficiale è possibile trovare il programma completo delle tre, due ormai, giornate della fiera che animerà Palazzo Re Enzo, nel cuore di Bologna.

 

 

Fruit Exhibition 2017

http://www.fruitexhibition.com